A Bologna, tra il 1963-64 e il 1968-69, si colloca l’esperienza pilota dell’Istituto tecnico industriale femminile che visse in sinergia con le due storiche scuole tecniche cittadine, l’Istituto tecnico industriale Aldini-Valeriani (maschile) e l’Istituto tecnico professionale Elisabetta Sirani (femminile), venendo gestito dal primo ma ospitato, per motivi logistici, nella sede del secondo. Nel 1969-70, l’Istituto tecnico industriale femminile venne, infine, aggregato giuridicamente alle Aldini-Valeriani, che divennero una scuola mista.
Nelle interviste realizzate alle prime diplomate, qui proposte in brevi clip attentamente selezionate, emerge con grande energia e umanità il tema della scelta controcorrente che queste giovani ragazze compirono negli anni Sessanta prima sul piano scolastico e poi in quello lavorativo. Si trattava, allora, di vere e proprie “mosche bianche” che rivendicavano la possibilità di andare oltre le tradizionali attribuzioni di genere, secondo cui l’alta formazione tecnico-industriale non era adatta alle donne. Per renderci conto del contesto di quel periodo, basti ricordare che nei programmi della scuola media del 1963 permaneva ancora una visione del ruolo tradizionale della donna ben sottolineato dalle norme relative all’insegnamento delle applicazioni tecniche, suddivise in “applicazioni tecniche maschili” e in “applicazioni tecniche femminili”.
Le interviste condotte da Eloisa Betti (con il supporto di Antonio Campigotto, Francesca Cozza e Rossella Roncati) sono state girate tra il 2019 e il 2020 presso il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna e la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Nel complesso, le interviste costituiscono una biografia collettiva delle prime donne perito della città di Bologna. Le diplomate intervistate sono: Carla Sandirocco, Laura Santoli, Mara Benassi, Marcella Bonvicini, Nadia Gruppioni, Valentina Zitelli, Rosaria Defraia, Sandra Tavazzi, Anna Rosa Fughelli, Roberta Corsini assieme a Nadia Badiali e Roberta Busi.