Scuola professionale Regina Margherita – Istituto Elisabetta Sirani

Genere, lavoro e cultura tecnica tra passato e futuro

Scuola professionale Regina Margherita – Istituto Elisabetta Sirani

L’istituto Elisabetta Sirani, già Regina Margherita, nacque a fine Ottocento come istituzione scolastica privata. Da statuto, esso voleva autofinanziarsi attraverso il lavoro da commissioni per terzi nei propri laboratori, ma faticò sempre a raggiungere tale scopo. Nonostante ciò, il successo dei corsi di commercio, scrittura a macchina e telegrafia, su cui era incentrata la scuola, accanto a quelli di sartoria, modisteria e cucito, fu dichiarato dai numeri delle iscritte.

L’aiuto del comune attraverso l’affitto a basso costo dell’ex convento delle grazie in via Saragozza e l’assunzione degli oneri finanziari della scuola nel 1903, garantirono all’istituto maggiore stabilità economica. Negli anni successivi esso prosperò, dotandosi anche di una Scuola primaria gratuita rilasciante titolo d’accesso agli insegnamenti tecnici secondari. Le riforme per l’equiparazione a Scuola industriale di secondo grado, a partire dell’a.s. 1914-15, diminuirono le ore di laboratorio, aumentando quelle dei corsi teorici con un relativo calo delle iscrizioni. Durante gli anni della Prima guerra mondiale la scuola si dedicò alla selezione, raccolta e invio di vestiario ai soldati al fronte. In tale periodo e in quello postbellico le iscrizioni si concentrarono soprattutto nel laboratorio di sartoria, che più degli altri pareva assicurare l’accesso ad una carriera professionale.

Durante gli anni Venti, in relazione al processo di fascistizzazione del Paese, la scuola venne riformata in ottica de-professionalizzante, dando enfasi ai “lavori muliebri”. Vennero eliminate le iscrizioni gratuite, aumentate le tasse ed eliminati molti corsi a carattere professionalizzante. Il conseguente calo di iscrizioni andò di pari passo con i cambiamenti strutturali correlati alla riforma Gentile che comportarono forti tagli al personale e l’eliminazione del lavoro per commissioni esterne. Nel 1928 la nuova configurazione vedeva l’istituto sede della Scuola di avviamento femminile – nata dall’accorpamento dei corsi integrativi del comune, della Scuola di tirocinio (o professionale) di 3 anni e della Scuola di Magistero a completamento del ciclo di istruzione superiore.

Nel periodo post-bellico i corsi di sartoria e di biancheria si confermarono come i più attraenti per le studentesse; intanto nel 1947, il comune decise di intitolare la scuola alla pittrice Elisabetta Sirani. Nel ’52, venne fatta richiesta per trasformare la Scuola professionale e il Magistero in Istituto tecnico femminile (ITF), richiesta che verrà approvata solo a partire dall’a.s. 1956-57. Nel ‘60-61 prese avvio l’Istituto Professionale per l’Abbigliamento (IP) con le sezioni Sarta per donna e Modellista, a cui si aggiunsero più tardi il corso di Disegnatrice pubblicitaria, Dirigenti di comunità, Econome dietiste e Assistenti per l’Infanzia. Nel ’62-63 si aprì inoltre l’Istituto Tecnico Industriale Femminile con un biennio comune e una specializzazione triennale negli indirizzi Chimico industriale ed Elettronico. Tale corso non ricevette mai ufficialmente il nome Sirani, ambiguità derivante dall’iscrizione delle allieve presso l’Istituto Aldini-Valeriani, storicamente maschile. Nel 1966-67 venne attivato l’Istituto tecnico commerciale a indirizzo amministrativo, una scuola serale per lavoratrici che, per prima, ebbe collocazione nelle aule agibili della nuova sede Sirani, in via Ca’ Selvatica, che dal ‘71-72 ospitò l’ITF dotandolo di una propria presidenza e segreteria.

Tra gli anni Settanta e Ottanta l’Istituto Professionale subì profondi cambiamenti correlati alle riforme della scuola e al mercato del lavoro. Nel 1976 vennero chiusi i corsi per Sarta e Modellista; il corso di Disegnatore pubblicitario venne convogliato in “Arti Visive”, mentre i corsi indirizzati alla cura della persona rientrarono in un percorso di ambito socio-psico-pedagogico. Di pari passo, anche l’ITF si rivolse sempre più al mondo sanitario, mediante la fondazione del corso Biologico Sanitario.


Bibliografia

  • F. Bortolini, Il Sirani, dalla nascita dell’Istituto Tecnico al Progetto ’92 e al Progetto Brocca (1956-1996) in B. Della Casa (a cura di), Donne scuola lavoro. Dalla Scuola Professionale “Regina Margherita” agli Istituti “Elisabetta Sirani” di Bologna. 1895-1995, Imola, Galeati, 1996, pp. 79-86.
  • B. Della Casa, Educazione ed istruzione professionale per le donne: la Scuola di arti e mestieri “Regina Margherita”, poi Istituto “Elisabetta Sirani”, dalle origini agli anni Cinquanta, in Id. (a cura di), B. Della Casa (a cura di), Donne scuola lavoro. Dalla Scuola Professionale “Regina Margherita” agli Istituti “Elisabetta Sirani” di Bologna. 1895-1995, Imola, Galeati, 1996, pp. 15-78.
  • B. Della Casa, Istruzione professionale ed educazione femminile: l’istituto “Regina Margherita” di Bologna dalla guerra agli anni Trenta, in A. Berselli e V. Telmon (a cura di), Scuola ed educazione in Emilia-Romagna fra le due guerre, in “Annale 3” dell’Istituto regionale per la storia della resistenza e della guerra di liberazione in Emilia Romagna, Bologna, CLUEB, 1983, pp. 501-535.