La Necchi tra formazione tradizionale e innovazione

Genere, lavoro e cultura tecnica tra passato e futuro

La Società Necchi, nata a Pavia nel 1835, rappresenta la più importante produttrice di macchine da cucire italiana del secondo dopoguerra e ha come sua strategia vincente un modello di formazione che riunisce in sé una tattica pubblicitaria e un modello più spiccatamente professionalizzante, vale a dire l’organizzazione diffusa di corsi gratuiti di taglio, ricamo e cucito, tramite i negozi della rete di vendita della società.

Quando si parla di istruzione ci si riferisce solitamente alla formazione di lavoratori già integrati in un’azienda. La Necchi investe naturalmente in questi corsi, ma guarda anche oltre con una modalità di istruzione professionale che si situa a mezza via tra la formazione lavorativa vera e propria e l’iniziativa pubblicitaria. L’azienda non mette a disposizione solo le proprie macchine, ma spesso anche i propri istruttori, per “formare” le consumatrici.

Le opzioni formative della Necchi prendono quindi tre direttrici principali: la realizzazione di corsi professionali in collaborazione con il Ministero del Lavoro, in alcuni casi affidati direttamente alla Necchi; la fornitura delle macchine e degli istruttori Necchi a istituti scolastici femminili; la promozione di corsi gratuiti di taglio e cucito gratuiti offerti direttamente nei negozi e nelle filiali Necchi.

Quest’ultima strategia è indubbiamente la più originale poiché non mira a convincere la consumatrice, ma a crearla. Il punto di partenza è l’idea che una consumatrice, che sa già utilizzare un prodotto, sarà più propensa all’acquisto rispetto ad una che dovrebbe imparare ad usarlo dopo l’acquisto.

I corsi, rigidamente strutturati dall’azienda centrale, con istruttori inviati da Pavia e linee guida ufficiali, sono internazionali e vengono proposti laddove arrivi la rete aziendale, con una diffusione che arriva a coprire tutti i cinque continenti. L’importanza di questa strategia aziendale è chiara nel momento in cui i corsi sono programmati con le medesime modalità anche nelle zone periferiche, interne e rurali, dove manca cioè la presenza sul territorio di un negozio Necchi.

Verso la fine degli anni Cinquanta l’azienda arriva a dotarsi di un parco mezzi, i cosiddetti “Autosaloni”, che permettesse di offrire corsi e dimostrazioni “on the road”. I corsi sono ampiamente pubblicizzati nella rivista proposta dalla stessa Necchi, oltre che a livello locale quando si tratta dei singoli corsi.

Un dato rilevante è che la formazione della consumatrice non è qualcosa che si esaurisce in sé, ma contribuisce anche a creare una potenziale produttrice. La macchina, una volta conosciuta, permette infatti di unirsi alla forza lavoro dall’azienda, tramite la formula del lavoro a domicilio, o “a cottimo”, una delle più diffuse modalità di lavoro femminile dell’Italia anni Sessanta.

Il declino della strategia inizia proprio negli anni Sessanta, quando si assiste alla fase di cambiamento dell’industria tessile italiana, che progressivamente “centralizza” e “internalizza” le produzioni in precedenza delocalizzate presso il domicilio di una miriade di lavoranti, e che richiede un processo di serie più spiccatamente industriale e “fordista”. In un simile contesto, più che la formazione individuale della consumatrice-produttrice, entrava in gioco la formazione professionale propriamente e “classicamente” definita, compiuta nelle singole aziende.


Bibliografia

  • B. Ziglioli, Formare per produrre, formare per vendere. La Necchi di Pavia e l’istruzione professionale femminile, in Genere, lavoro e formazione professionale nell’Italia contemporanea, a cura di Eloisa Betti e Carlo De Maria, Bologna, Bologna University Press, 2021.
  • Corsi di taglio, cucito e ricamo, in «Necchi», a. 12, n. 14, luglio-agosto 1953.
  • Fondazione fiera Milano – https://archiviostorico.fondazionefiera.it/oggetti/13296-interno-del-padiglione-delle-macchine-per-cucire-alla-fiera-campionaria-di-milano-del-1958.
  • L’autosalone Necchi, in «Necchi», a. 13, n. 19, maggio-giugno 1954.
  • L’autosalone Necchi, in «Necchi», a. 14, n. 25, maggio-agosto 1955.
  • A. Pescarolo, Il lavoro a domicilio femminile: economie di sussistenza in età contemporanea, in Tra fabbrica e società. Mondi operai nell’Italia del Novecento, a cura di Stefano Musso, Milano, Feltrinelli, 1997.