L’evoluzione della formazione femminile nei programmi Unesco

Genere, lavoro e cultura tecnica tra passato e futuro

L’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) ha l’educazione tra le sue missioni principali e, fin dalla sua origine nel 1945, le condizioni di base per l’istruzione rappresentano uno dei suoi obiettivi. Un forte stimolo è previsto per l’educazione femminile, anche grazie al lavoro della Commission on the Status of Women (CSW), nel tentativo di colmare il divario esistente tra l’analfabetismo femminile e maschile e garantire alle donne l’accesso a un’istruzione del medesimo grado e qualità di quella offerta agli uomini. L’Unesco si impegna infatti nella produzione di materiali didattici, nell’organizzazione di conferenze internazionali per la pianificazione economica, nella promozione di progetti di formazione.

Dal lavoro con la CSW nasce nel 1960 la Convenzione contro la discriminazione nell’educazione in cui si condanna formalmente la discriminazione scolastica contro varie categorie, tra cui le donne, e nei quindici anni successivi l’Unesco aumenta il proprio impegno per lo sviluppo dell’educazione femminile, istituendo nel 1975 l’Anno internazionale della donna.

Non prive di risvolti utilitaristici, in questi anni sono state varate numerose iniziative che incoraggiano l’istruzione femminile, soprattutto in quei campi di cura e insegnamento tradizionalmente delegati alla donna, tra cui l’Experimental World Literacy Programme (1966-74) e il Long-range Programme for the Advancement of Women (1966).

Solo con la Dichiarazione sulla eliminazione della discriminazione nei riguardi delle donne (1967) e il Programme concerted action for the advancement of women (1970) l’agenzia inizia però una più seria riflessione sul ruolo sociale e culturale della donna, che porti al superamento di un’equità realizzata solo sul piano formale.

Ciò avviene anche a seguito delle critiche mosse da Ester Boserup nel suo Woman’s role in economic development e dal volume di Jacqueline Chabaud, The education and advancement of women, rispettivamente la prima prospettiva di genere sulle trasformazioni del mondo dell’industria e un’analisi sulla discrepanza tra educazione femminile e maschile.

Questa nuova prospettiva porta alla proclamazione del decennio 1975-86 come Decennio delle Nazioni Unite per la Donna, con iniziative importanti quali la Dichiarazione di Città del Messico sull’eguaglianza di uomini e donne e il loro contributo allo sviluppo e alla pace (1975), Women in Development (1976-85) e Thinking Ahead (1977).

Al termine di questo periodo, l’agenda Unesco è ormai profondamente cambiata e la lotta al sessimo tramite l’educazione è ormai una sua parte permanente, una concezione di sviluppo costruita sulla interdipendenza tra crescita socio-economica e sostenibilità e che vede nell’educazione un percorso ineludibile per la gender equality.


Bibliografia

  • Liliosa Azara, Genere, istruzione e formazione nell’Unesco: diritti, politiche, prospettive, in Eloisa Betti & Carlo De Maria (a cura di), Genere, lavoro e formazione professionale nell’Italia contemporanea, Bologna, Bologna University Press, 2021.

  • Unesco, Unesco’s contribution towards improving the status of women. Report by the Director General to the General Conference, Paris, Unesco, 1985.

  • Unesco, Unesco’s programme for the advancement of women: ten years towards equality, Paris, Unesco, 1985.