Contrattazione territoriale ed emersione delle “operaie senza fabbrica” del distretto calzaturiero della Valdinievole

Genere, lavoro e cultura tecnica tra passato e futuro

Contrattazione territoriale ed emersione delle “operaie senza fabbrica” del distretto calzaturiero della Valdinievole

Il riconoscimento del valore del lavoro femminile è passato anche attraverso la regolamentazione del lavoro a domicilio. Possiamo osservare un passaggio di questo percorso sul finire degli anni ‘70 nel distretto calzaturiero della Valdinievole (comune di Monsummano Terme, provincia di Pistoia), attraverso la contrattazione territoriale. La produzione delle calzature in quest’area datava agli inizi del ‘900, ma fu solo negli anni del boom economico che il distretto conobbe un grande sviluppo, che andò avanti fino agli anni ’70, specializzandosi intorno alla produzione del mocassino tubolare. In questo sviluppo, il peso del lavoro a domicilio delle donne, spesso arrivate dal Sud al seguito delle famiglie, fu quantitativamente rilevante. Erano gli stessi anni in cui a livello statale si tentava di regolare il lavoro a domicilio tramite l’azione legislativa, con una prima legge del 1958, largamente insufficiente, e un secondo intervento del 1973.

Dopo la spinta alla contrattazione aziendale seguita al ’69, con un’intensa fase di conflittualità in tutto il distretto, l’attenzione del sindacato si spostò sul lavoro a domicilio, visto come l’ultimo anello della ristrutturazione economica avviata negli anni ’70 all’insegna del decentramento produttivo. L’obiettivo era l’emersione di questo lavoro “invisibile”, spesso inabissato nel “nero” o nascosto come forma di lavoro autonomo – situazioni scarsamente scalfite dagli interventi legislativi – ma anche l’unificazione del lavoro sotto lo stesso ombrello di diritti. La contrattazione territoriale permetteva di estendere le conquiste di quella aziendale anche alle imprese più piccole e di ricomprendere il lavoro a domicilio al suo interno.

Tuttavia l’organizzazione datoriale, l’Unione calzaturieri, si oppose a questo nuovo livello, che fu ottenuto solo dopo una nuova fase di scioperi e manifestazioni che sfociò in un primo accordo nel 1977, cui seguirono altre due intese nel ’79 e nell’81. L’emersione del lavoro a domicilio fu assicurata tramite l’impegno imprenditoriale a fornire gli elenchi delle lavoratrici, comprensivi della produzione affidata, e l’istituzione di una commissione per definire le nuove tariffe del cottimo, attraverso cui era retribuito il lavoro a domicilio, che coprivano adesso tutti gli istituti contrattuali previsti nel CCNL per i lavoratori a tempo indeterminato. Il trattamento del lavoro a casa fu quindi uniformato su tutto il territorio in base al principio della parità salariale con chi lavorava in fabbrica e rappresentò la fine dell’invisibilità per le lavoranti a domicilio.


Bibliografia

  • E. Betti, Precari e precarie: una storia dell’Italia repubblicana, Roma, Carocci, 2019.
  • L. Berretti, Calzaturiero Valdinievole. La contrattazione territoriale 1977-1998, Pistoia, ISRPt editore, 2015.