Irma Ginepri

Genere, lavoro e cultura tecnica tra passato e futuro

Irma Ginepri

Nata a Bologna il 10 maggio 1901, trovò impiego nella Ditta di Ghirardi e Dall’Oglio per attendere alle varie incombenze amministrative. Svolgendo tale mansione conobbe Mario Cavedagni, che sposò il 7 aprile 1926.

Nel 1929 si licenziò per dedicare il suo tempo alla famiglia, senza peraltro distogliere l’attenzione verso la C.M, la nuova azienda dove Cavedagni e il tecnico Renato Sceti si intendevano più di meccanica che di contabilità.

Alla morte di Mario, il 14 novembre 1940, in funzione della patria potestà si prese cura del figlio Franco, erede unico minorenne, ed acquisì il diritto di gestire la Ditta. Seppe quindi affrontare con coraggio le mille contrarietà che si presentavano durante il periodo bellico. Assistita dai collaboratori, cercò in ogni modo di salvare l’occupazione delle maestranze, di nascondere macchine e scorte, di studiare il da farsi una volta che la guerra fosse finita. In tal modo la C.M era poi ritornata ben presto sul mercato.

Al compimento della maggiore età, nel 1949, fu modificata la ragione come “Società di fatto C.M di Franco e Irma Cavedagna”, ma in pratica il potere decisionale fu esercitato dalla madre, con scelte riguardanti tutta l’attività della piccola fabbrica: tipi e metodi di produzione, organizzazione interna, personale, stampa e propaganda, rapporti con fornitori e clienti, partecipazione alle corse e suoi effetti commerciali.

Un’impari lotta, contro avversari temibili per dimensioni, tecnica e risorse finanziarie, affrontata con tenacia e forza d’animo fino al fallimento, nel 1959.

La sua scomparsa risale al 10 aprile 1972.


Bibliografia

  • E. Ruffini, C.M molti modelli poche moto, in Legend bike, 94, 2000
  • E. Ruffini, Moto C.M, una vita avventurosa, in ScuolaOfficina, 2/2004
  • A. Campigotto, E. Ruffini, Moto bolognesi C.M: trent’anni memorabili 1929-1959, Vimodrone, 2017